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Ancient three- and four-masters
#15
I got a copy, but my Italian is not good enough for comprehending it. I'd appreciate some help in understanding it:

1. Did the author personally saw and recorded the ship drawing? Then why does he provide a sketch only, and not a photograph? Is the graffito accessible?
2. Does he date the graffito? Is he aware of the anachronism of a five-master in antiquity?
3. In the drawing each mast has several topsails (superimposed sails not unlike a full-rigged ship). What does he say about them?
4. What does he mean with a "pontone", the other object depicted? The sketch he provides looks weird, like a modern stadium roof.


Quote:In uno dei fornici del teatro di Sabratha, e precisamente in quello stesso in cui nel 1926 sono apparse alcune palmette simboliche, graffite sull'intradosso dell'archivolto intermedio (già a suo tempo segnalate e pubblicate dall'allora Soprintendente Bartoccini), è apparsa ora una coppia di graffiti di insolita grandezza (fig. 1).

Si tratta di due disegni, uno per lato, che si svolgono sul IV e V ordine di blocchi. Nella figura maggiore la parte superiore era quasi del tutto svanita, e da sola non poteva offrire a prima vista che un insieme di linee poco chiare. La parte inferiore invece, rimasta prima e più a lungo interrata, poteva dirsi di buona conservazione, e solo attraverso ad essa fu possibile ricostruire tutta la figura, reintegrando anche quelle vaghe e incerte tracce di linee oblique, raffiguranti una specie di traliccio, in un primo momento inspiegabile.

I due graffiti si svolgono sulle due pareti maggiori: pressocchè nitido è quello di destra che rappresenta il fianco di una grande nave, ben delineata nella sua sagoma e nel fasciame, con la linea del bompresso e delle alberature; ben delineati sono la prora dritta e rostrata, raccordata alla linea orizzontale della chiglia, e il timone. Questa chiara figura di nave ha permesso il delineamento della prima figura molto più estesa e più complessa, comprendente un insieme di natanti accostati tra loro durante una operazione di carico o scarico di merci, in un porto mercantile (figg. 2 e 3).

Al centro della figura maggiore, che si estende per quasi due metri e mezzo, campeggia un pontone scaricatore a traliccio. Sulla destra di chi guarda si intravede l a metà di una nave, presumihilmente sotto carico, accostata a una specie di molo, e sulla sinistra un gruppo di tre prore di navi, all'ancora, accostate tra loro in attesa di carico (fig. 2).

Si nota che le prore di queste navi sono tutte di una stessa forma, e analnga forma hanno anche le due testate del pontone a traliccio, ancorato nel centro della figura.

Nella grande nave e nelle tre prore, tutte ferme all'ancora, ed anche in quella nave accostata sotto carico, a prima vista non si ravvisano tracce o linee raffiguranti veri e propri ormeggi. Ripetuti esami hanno chiarito quella particolare forma di traliccio che sopporta il tiro nel pontone centrale, fa da bilancia, e prende piede nel pontone stesso, sui fianchi di una specie di camera lignea centrale con tetto a pioventi, che si vede eretta sul pontone medesimo per alloggiarvi gli argani e le attrezzature. Attorno a detta camera !ignea rimane uno spazio libero per i lavori, che verrebbero effettuati appunto manovrando sulle ancore comandate dai verricelli installati nella camera centrale. Sul bordo del pontone corre un parapetto di ritegno, che trattiene anche i cumuli dei cordami pronti alla bisogna.

E noto che le rovine di Sahratha hanno un grande nemico nel vento, specie in quello di tramontana, che corrode tutte quelle pareti di pietra arenacea molto friabile, che vanno di continuo sfarinandosi per la continuata erosione.

E di conseguenza anche questi graffiti, rimasti allo scoperto, fra pochi anni potranno forse esser scomparsi.

Chi conosce Sabratha conoscerà anche Leptis Magna, col suo antico porto leggermente aperto a levante. Nel braccio a mare che ha forma di molo, è ricavato sottovento un sistema di banchine maggiori, con ormeggi e interposte scalette di raccordo; al piede di esse, sempre sottovento, corre una specie di controhancbina bassa e di larghezza costante. In questo sistema di controbanchine io vedrei qualcosa di molto analogo a quella specie di basso molo profilato sul lato destro della figura maggiore. Si vorrebbe dire che la figura stessa si adatti egregiamente per una manovra del genere, messa in atto nel porto di Leptis coll'ausilio del pontone manovrato sulle ancore, e traghettante dalla nave alle banchine e viceversa, issando a bordo o deponendo a terra le mercanzie, per mezzo del suo lungo braccio, che supera la distanza e l'altezza delle suaccennate banchine maggiori (fig. 4).

Anche Sabratha ha avuto il suo porto. E dubbio se esso fosse situato a ponente della città, in corrispondenza della vicina rada di Marsa Zuaga, o se invece si trovasse a levante, al di là del santuario di Iside, pur esso affacciato a levante, nei pressi della attuale piana di Bu-harida, leggermente aperta, come una bassa insenatura. A tramontana, a mare aperto, i marosi hanno già ingoiato una metà del tempio stesso, oltre agli edifici già esistenti a nord di esso, inabissati.

Non si può n è accertare n è escludere che la corona di scogli, che tuttora chiude al largo lo specchio d'acqua antistante agli scavi, sia stata, essa stessa, piede di una antica opera portuaria; cosa certa è che i marosi hanno già ingoiato una parte della città antica. Un a scrupolosa raffigurazione grafica, con linee tratteggiate e punteggiate per i tratti incerti è stata da me nei miei disegni esclusa, data la impossibilità di un controllo in sito, prima della messa in pulito dei disegni. I due gruppi vengono quindi graficamente presentati a linea di schizzo, di sufficiente approssimazione, rimettendo ad un piìt acuto osservatore un secondo rilievo più approfondito, con le eventuali rettifiche di qualche linea rimasta incerta o sfuggita, in ispecie nella identificazione delle vele, sì e no tutte ammainate, o sostituite da una vera e propria randa, o da qualcosa di simile, all'albero 112 di poppa. Naturalmente non ho bisogno di dire che questi graffiti non hanno nulla a che vedere con quella figura di veliero, di modesta misura, che è ricavata su una delle pareti del cisternone che un tempo si vedeva allo scoperto lungo l'arenile davanti agli scavi, ed è stato ricoperto poi dal materiale di scarico.

Il mio rilievo, per quanto fuori scala c grosso modo delineato, intende documentare il trovamento, e rendere con sufficiente chiarezza le rispettive sagome ben demarcate di queste attrezzature marinare, ed anche la loro saggia disposizione d'insieme, spaziata e ben distribuita.

Source: Turba, L., 1954. Graffiti con figure di navi nelle pareti di un fornice del teatro di Sabratha. Quaderni di Archeologia della Libia. 3: 109-12
Stefan (Literary references to the discussed topics are always appreciated.)
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Ancient three- and four-masters - by Jack Rizzio - 10-22-2013, 02:07 AM
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